Rapine violente in villa a Roverbella e Quistello: arrestato uno dei responsabili (VIDEO)

Mantova Carabinieri RapineViolente-9FebbraioMANTOVA, 09 feb. - Un 33enne romeno, ritenuto responsabile di due efferate rapine messe in atto insieme ad alcuni complici qualche anno fa nel mantovano, è stato catturato e ora si trova in carcere in Romania dove dovrà scontare la pena di nove anni e 6 mesi inflittagli, in primo grado, dal Tribunale di Mantova per i reati di rapina, sequestro di persona e lesioni aggravate.

Nel 2015 avevano preso di mira il mantovano. In particolare la banda composta da 3/4 elementi dell'Est Europa aveva messo in atto due rapine: a Roverbella, in febbraio e a Quistello, in maggio. Rapine che avevano caratteristiche comuni fra le quali la violenza gratuita utilizzata nei confronti delle vittime, due coppie di anziani fra i 70 e gli 80 anni presi a calci e pugni e minacciati con forbici e coltelli per bottini di poche centinaia di euro.

Uno dei responsabili di queste due rapine, individuato dalle approfondite indagini dei Carabinieri di Mantova, lo scorso maggio era stato condannato in primo grado a 9 anni e sei mesi di reclusione in contumacia, ma fino a qualche giorno fa non era ancora stato possibile notificargli il provvedimento perché latitante e irreperibile.

Qualche giorno fa i militari del Nucleo Investigativo del Reparto Operativo dei Carabinieri di Mantova hanno rintracciato Gheorghe Aurel Caldararu, 33enne romeno ritenuto responsabile delle due rapine. L'uomo si trovava già in carcere, per altri reati, in Romania dove ora sconterà anche la pena inflittagli dal Tribunale di Mantova per i reati di rapina, sequestro di persona e lesioni volontarie aggravate dal travisamento, dall'essere cagionate da più persone riunite e soprattutto aggravate dalla crudeltà. I Carabinieri stanno ora cercando di assicurare alla giustizia anche i complici del 33enne romeno.

La prima rapina, come detto, fu messa a segno a Roverbella il 19 febbraio 2015, in una villa in via Borgo Venezia dove all'interno si trovavano due anziani coniugi. La banda di rapinatori, formata da quattro persone, si era introdotta di notte all'interno dell'abitazione dopo aver forzato alcuni infissi. Una volta dentro avevano aggredito con calci e pugni gli anziani coniugi. Minacciandoli al collo con forbici e coltello i rapinatori si erano fatti consegnare gioielli e poco più di 300 euro, per poi fuggire. La padrona di casa aveva subito le conseguenze più pesanti dall'aggressione ed era stata ricoverata all'ospedale per lacerazioni dei reni, ematomi e fratture costali. I rapinatori avevano anche minacciato di tagliarle un dito per farsi consegnare un anello. Il marito aveva ricevuto un pugno sul volto, ma aveva rifiutato il ricovero.

Qualche mese dopo ha avuto luogo la seconda rapina di cui è ritenuto responsabile il 33enne in carcere in Romania. Era la sera del 6 maggio 2015 e questa volta i rapinatori avevano deciso di agire in tre, non più in 4, in una villa bifamiliare in località San Rocco nel comune di Quistello in via Boscarello. I tre si erano introdotti nell'abitazione dopo aver forzato delle porte finestre sorprendendo gli anziani coniugi nel sonno e aggredendoli a bastonate, calci e pugni. Una volta preso il bottino erano fuggiti. Anche in questo caso gli anziani coniugi erano stati costretti a ricorrere alle cure dei medici.

I rapinatori, che per le loro azioni nel mantovano si erano provvisoriamente stabiliti in un casa di Bonferraro di Sorgà in provincia di Verona ma molto vicini al confine con la provincia mantovana, dopo le due rapine avevano lasciato l'Italia.

I Carabinieri hanno subito notato una matrice comune nelle rapine: caratteristiche degli obiettivi individuati, ossia villette occupate da persone anziane; le modalità di incursione sui due obiettivi mediante violenza sulle cose; l'orario serale e prossimo alla mezzanotte; l'immotivata ferocia nei confronti delle vittime fino alle lesioni gravi (uso di manici di badile, anfibi con suole a "carrarmato" e con la minaccia di coltelli e forbici); l'origine est-europea dei rapinatori, desunta dalla tipica inflessione; erano tutti travisati.

La comparazione delle scenae criminis, le acquisizioni testimoniali, le attività tecniche permettevano, quindi, al Nucleo Investigativo di Mantova di dare un nome ai componenti della banda e concentrarsi sulla loro cattura.

Arrivata già la condanna, grazie alla solerzia sia della dottoressa Manuela Fasolato, Sostituto della Procura della Repubblica di Mantova, sia soprattutto a quella del Dottor Enzo Rosina, Presidente del Tribunale di Mantova, nella giornata di ieri si è arrivati all'individuazione e cattura in Romania di Caldararu Gheorghe Aurel, dopo una latitanza in Austria. La brillante operazione portata a termine dai militari dell'Arma ha ricevuto il plauso del Prefetto e del Procuratore Capo.

Emanuele Salvato


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