Carcere di via Poma sovraffollamento ed edificio datato i problemi maggiori

Mantova CarcerePoma AudizioneRegione-17GennaioMANTOVA, 17 gen. - Un edificio datato, risale ai primi del Novecento, e inadeguato non permette l'utilizzo di spazi all'aperto che sarebbero molto utili a fronte di una situazione di pesante sovraffollamento come quella attuale.

Queste le criticità del carcere di Mantova sollevate dalla Direttrice, Rosella Padula, nel corso di un'audizione dalla Commissione speciale Carceri, presieduta da Gian Antonio Girelli (PD) tenutasi in Regione Lombardia e alla quale hanno partecipato anche i direttori degli istituti penitenziari di Cremona e Lodi.

I numeri rendono meglio l'idea di quale sia l'entità del sovraffollamento del carcere di via Poma. Attulmente l'Istituto penitenziario mantovano ospita 140 persone (129 uomini, e 11 donne) su una capienza regolamentare di 105 e una tolleranza fino a 126 persone. Buono, invece, il rapporto tra il carcere e la società civile, che grazie a risorse messe a disposizione di associazioni di volontariato si tengono corsi professionali e scolastici. Bene anche il percorso di reinserimento lavorativo, anche grazie ai bandi europei messi a disposizione da Regione Lombardia.

"E' stato un incontro molto utile per individuare le criticità – ha dichiarato il Presidente della Commissione, Gian Antonio Girelli (PD) -. Sono anche. emersi spunti nuovi e positivi da valorizzare, come l'introduzione del care giver e la responsabilizzazione dei detenuti. Stiamo per terminare il giro d'incontri con i responsabili dei penitenziari lombardi, per poi sollecitare soluzioni. Abbiamo già chiesto alla Regione un maggiore impegno nel sostenere i progetti e gli interventi a favore dei detenuti".

Carenza di personale apicale di Polizia penitenziaria e di funzionari amministrativi (1 solo contabile, 5 Sovrintendenti al posto dei 30 previsti, 6 Ispettori anziché 26, 1 Commissario al posto di 3), problemi di gestione sanitaria dei numerosi detenuti con problemi psichiatrici sono, invece, le criticità illustrate da Maria Gabriella Lusi, Direttrice del carcere di Cremona. A fronte di una popolazione di 430 detenuti (di cui 167 italiani e 263 stranieri, per lo più nord africani, seguiti da romeni ed albanesi) oltre 300 sono in terapia piscofarmacologica: la responsabile lamenta difficoltà nel reperimento dei farmaci e nel garantire la continuità assistenziale, a causa dell'alta percentuale di persone trasferita da altri istituti penitenziari lombardi (per lo più dal carcere milanese di San Vittore). La Direttrice ha chiesto che venga presto avviata una formazione integrata tra personale penitenziario e sanitari sul trattamento dei detenuti con disturbi o disabili.

Analoghi problemi anche nel carcere di Lodi, come spiegato dal Comandante Di Cesare che ha lamentato come la carenza di organici, apicali amministrativi, riduca anche la possibilità di avviare attività ricreative. Male anche le condizioni di vivibilità a causa del sovraffollamento.


Questo sito utilizza cookie di terze parti (leggere la pagina informativa per approfondimento). Continuando con la navigazione si accetta il loro uso. Per informazioni dettagliate sulla normativa dei cookies, leggi la nostra privacy policy.

Accetto i cookies per questo sito.

EU Cookie Directive Module Information