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Lavoro nero, immigrazione clandestina e 80.000 kg di rifiuti anche pericolosi: denunciato titolare di un'azienda agricola
MANTOVA, 14 set. - Tre lavoratori sprovvisti di regolare contratto di lavoro e uno risultato clandestino sul territorio nazionale. Inoltre le aree di pertinenza dell'azienda erano state adibite a deposito incontrollato di qualcosa come 80000 kg di rifiuti, anche pericolosi.
Questo hanno scoperto gli uomini della Guardia di Finanza di Mantova nel corso di un controllo mirato al contrasto del lavoro nero e irregolare eseguito in una nota azienda agricola che opera nella provincia di Mantova nel settore delle colitivazioni miste di cereali e ortaggi.
Denunciato a piede libero il titolare dell'azienda. Nello specifico, nel corso dei controlli gli uomini delle Fiamme Gialle di Mantova hanno constatato l'impiego di manodopera completamente in nero e hanno identificato 3 lavoratori, orignari di Bangladesh e Burkina Faso, senza regolare contratto e un altro uomo, di origini nigeriane, risultato successivamente clandestino sul territorio nazionale.
Ma non è finita qui perché nel corso dei controlli nell'azienda è stato rilevato che il responsabile della ditta controllata - operante da un triennio nella provincia di Mantova e rappresentata legalmente da un giovane originario del Bangladesh - aveva adibito le aree di pertinenza dell'azienda a deposito incotrollato d rifiuti. C'era di tutto, anche rifiuti pericolosi. Tanto che la Guardia di Finanza ha proceduto, con l'ausilio degli specialisti del settore aeronavale dipendenti dello stesso reparto, anche al sequestro di tre aree di pertinenza dell'azienda, adibite a deposito rifiuti, dove insiste una costruzione fatiscente, un capannone di circa 400 mq di estensione e 80.000 kg di rifiuti, in parte anche pericolosi e perlopiù costituiti da plastiche, metalli, polistiroli, rifiuti organici, frigoriferi in disuso, pneumatici, bombole di gas esauste, lastre di eternit, pallets, materiali di risulta e rifiuti urbani.
Il titolare dell'azienda, all'esito di riscontri tecnici eseguiti anche con il successivo coinvolgimento di personale A.R.P.A., è stato segnalato alla locale Autorità giudiziaria per deposito incontrollato di rifiuti, fattispecie che prevede, nel caso di presenza di rifiuti pericolosi, la pena dell'arresto da sei mesi a due anni ed un'ammenda da duemilaseicento euro a ventiseimila euro.
L'attività si inserisce tra quelle eseguite dal Corpo a tutela degli interessi dello Stato per il contrasto di tutte le forme di evasione e del fenomeno dell'immigrazione clandestina, nonchè a tutela dell'ambiente.
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