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Assegno di maternità negato a tre neo mamme extra Ue, il Tribunale di Mantova impone all'Inps di pagare: 'condotta discriminatoria'
MANTOVA, 12 mar. - Il Tribunale di Mantova con sentenza emessa lo scorso 15 febbraio ha riconosciuto "il carattere discriminatorio" della condotta tenuta dall'Inps consistente nell'aver negato a tre neo mamme extracomunitarie, residenti nel comune di Borgo Virgilio e titolari di permesso unico di lavoro (non di lunga durata), l'assegno di maternità .
Il tribunale ha condannato l'Inps a pagare alle ricorrenti, assisitie dall'avvocato Maria Cristina Tarchini e seguite nel procedimento da "Articolo 3 Osservatorio sulle discriminazioni" di Mantova, l'assegno di maternità , oltre agli interessi legali.
"Le tre neo mamme - spiega Carlo Berini responsabile dell'Osservatorio sulle discriminazioni - si erano rivolte al settore servizi sociali del Comune di Borgo Virgilio per richiedere l'assegno di maternità . Per questa prestazione sociale, come per l'assegno per nucleo familiare numeroso, spetta al Comune verificare i requisiti dei richiedenti e poi comunicare all'Inps, che eroga i contributi, il diritto o meno di accedervi. Ma in questo caso il comune ha negato alle tre neo mamme l'accesso alla prestazione richiesta, appellandosi al fatto che, come prevede la legge italiana, non erano in possesso di permesso di soggiorno di lungo periodo ma del permesso unico lavoro. L'articolo 12 della Direttiva Ue 98/2011, entrata in vigore nel 2013, però parifica le persone appartenenti ai Paesi terzi, titolari di permesso unico lavoro, alle e ai cittadini comunitari nell'accesso alle prestazioni sociali. Quindi era loro diritto ottenere l'assegno di maternità ".
Articolo 3, come dichiarato nella conferenza stampa convocata nella sede di via Facciotto, "ha cercato con più interventi, prima e dopo il diniego, di far comprendere al Comune che tale condotta è una discriminazione, ma non è servito. Per questo abbiamo deciso di procedere per vie legali" ha commentato Berini. E pare non sia finita qui perché, sullo stesso problema, stanno per andare a giudizio altri 7 casi.
Ciò che preoccupa Articolo 3, che non dà nessuna colpa ai comuni 'vittime' di una legislazione piuttosto ingarbugliata, è, però, l'arrivo di continue segnalazioni su tutta la provincia di operatrici e operatori della Pubblica Amministrazione che negano alle neo mamme anche il diritto a presentare la domanda di assegno di maternità . "Vogliamo lanciare un appello alle neo mamme appartenenti a Paesi Terzi con permesso unico lavoro: non fematevi e presentate ugualmente la domanda, perché l'assegno di maternità è un vostro diritto e se vi viene negato rivolgetevi ad Articolo 3 oppure alla Cgil, Cisl, Uil e Anolf".
Secondo l'avvocato Tarchini, che sta seguendo tutti i procedimenti legali relativi alla mancata concessione delle prestazioni sociali previste per le neo mamme straniere, il problema è "lo scollamento fra il diritto europeo e la legge italiana che ancora non si è adeguata alla Direttiva 98/2011". Cosa che, in parte, è stata fatta per quanto riguarda un'altra prestazione sociale, il premio nascita che l'anno scorso era negato alle neo mamme ma un'Ordinanza del tribunale di Milano nel mese di dicembre 2017 ha imposto all'Inps di rivedere tutti i dinieghi ed erogare la prestazione sociale anche alle neo mamme con permesso di soggiorno per lavoro.
Alla conferenza stampa sono intervenute anche Donata Negrini della segreteria Cgil di Mantova e Kaur Kirandeep dell'Anolf.
Per informazioni e segnalazioni chiamare il numero verde 800995988 da rete fissa oppure il 345 6123932.
Emanuele Salvato
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