La rabbia dei maestri senza laurea sfila in città

Mantova Maestrisenzalaurea CorteoMANTOVA, 18 feb. - Ieri pomeriggio, sabato 17 febbraio, nel freddo di una giornata piovosa, oltre duecento tra insegnanti, genitori e bambini hanno manifestato in centro a Mantova contro i "licenziamenti di Stato".

Migliaia di docenti, infatti, verranno lasciati a casa per effetto della sentenza con cui il Consiglio di Stato ha messo la parola fine ai ricorsi di tutti quei lavoratori della scuola diplomati alle magistrali senza avere intrapreso il corso universitario di Scienze della formazione primaria, abilitante all'insegnamento dal 2002.

Un paradosso tutto italiano in cui donne e uomini che insegnano da vent'anni vedono crollare la stabilità di un posto di lavoro nel mondo dell'istruzione. Cifre alla mano si tratta di un "licenziamento di massa": decine di migliaia di insegnanti in tutto il Paese e cinquecento per quanto riguarda la provincia di Mantova.

In testa al corteo partito da piazza Sordello c'era Nicola Guerra, insegnante della scuola primaria con i suoi alunni e un lungo serpentone al contempo rabbioso e gioioso: vengono ripetuti in coro slogan come "precariato crimine di Stato" e "i maestri non si toccano"; i più piccoli aggiungono uno smaliziato "senza il maestro non andiamo a scuola". Sotto i portici, i cittadini incuriositi plaudono alla determinazione del corteo.

In solidarietà ai docenti e alle docenti anche gli attivisti di Potere al Popolo e i candidati Porcelli, Bellintani e Battistelli, contrari alla "guerra tra poveri all'interno del mondo dell'Istruzione". Presente alla manifestazione anche Andrea Fiasconaro del Movimento 5 stelle.


Questo sito utilizza cookie di terze parti (leggere la pagina informativa per approfondimento). Continuando con la navigazione si accetta il loro uso. Per informazioni dettagliate sulla normativa dei cookies, leggi la nostra privacy policy.

Accetto i cookies per questo sito.

EU Cookie Directive Module Information