Smart working, tra i pregi l'alta produttività e la sostenibilità

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Lavoro DaCasa Donna2ROMA, 06 apr. - Lunedì 1 aprile ha segnato il ripristino delle vecchie regole pre-covid e lo stop dello Smart working in Italia.

Ma quali sono gli aspetti positivi dello smartworking? "Chi ci metteva tanto tempo per raggiungere la propria sede di lavoro è contento di non dover passare ore in macchina o sui mezzi pubblici - spiega Franco Amore, psicologo del lavoro -. Abbiamo riscontrato che lo smartworking è riuscito a tenere alta la produttività delle aziende anche durante un'emergenza come è stata la pandemia Covid. E poi l'effetto positivo è nella maggior conciliazione del binomio vita-lavoro, perché" il modello smart "permette a chi deve gestire figli e anziani di star loro più vicino. Poi c'è un aspetto interessante. Le aziende - osserva lo psicologo del lavoro - risparmiano sul numero delle postazioni nei propri edifici e consumano meno energia. Un altro aspetto notevole è la flessibilità oraria, che porta anche a ridurre l'inquinamento perché si usano meno le auto. Infine, le persone stanno meglio perché gestiscono il loro tempo e cala lo stress collegato a far coincidere i due mondi, casa e lavoro".

Non tutto è oro quello che luccica, però. Ci sono anche aspetti negativi. "Lo smartworking non può essere per tutti - evidenzia Amore - Chi è a contatto con il pubblico, chi deve svolgere una prestazione in presenza, gli operatori sanitari ad esempio, non possono accedervi. Molto dello smartworking è legato alla decisione del singolo dirigente e non solo a livello apicale, mi spiego: ci sono attività che sarebbe utilissimo che fossero fatte da remoto, ma si rientra nella contrattazione tra lavoratore e azienda e quindi rimanda alla decisione. Ebbene, c'è il rischio che, se non c'è una sufficiente definizione di cosa è smartworking, ci sia troppa discrezionalità del manager. Poi c'è il nodo dell'attrezzatura per lavorare da remoto che non deve essere del dipendente, così come la connessione. E poi i limiti orari: spesso si lavora di più, con carichi di stress maggiori che entrano con la commistione tra vita e lavoro perché si è sempre connessi. O può accadere che da remoto non ci sia la giusta interfaccia con gli altri: manca una supervisione, ad esempio".

"Per questo, ora che dal primo aprile in molti rientreranno in azienda, è necessario ritrovare lo spirito di squadra, fare team building con gli altri colleghi, riappropriarsi della socialità sul luogo di lavoro", conclude lo psicologo del lavoro.

(adnKronos)


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