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Economia, la UE vede al ribasso le stime di crescita per l'Italia

PIL4ROMA, 8 mag. – La Commissione europea ha rivisto al ribasso le stime di crescita economica dell'Italia: ora sul 2019 stima un +0,1%, cui dovrebbe seguire un +0,7%nel 2020.

La Commissione prevede anche che deficit-Pil italiano salga al 2,5% quest'anno e al 3,5% nel 2020, mentre il debito pubblico è stimato al 133,7 per cento nel 2019 e al 135,2 per cento nel 2020. In rialzo anche il deficit strutturale: 2,4 per cento quest'anno e 3,6 per cento nel 2020.

La Commissione, nelle sue Previsioni economiche di primavera pubblicate oggi a Bruxelles, prospetta un incremento del tasso di disoccupazione in Italia a un livello "vicino all'11% quest'anno", considerando "probabile che il nuovo sistema del reddito di cittadinanza aumenti il numero di persone che si registrano ufficialmente come disoccupati, e che dovranno quindi conteggiate nella forza lavoro". In altre parole, si tratterà di un effetto statistico dovuto al fatto che l'iscrizione agli uffici di collocamento è una delle condizioni per ottenere il reddito di cittadinanza. La Commissione, comunque, prevede che "il mercato del lavoro si indebolirà considerevolmente" nell'arco temporale esaminato (2019-2020).

Per l'Esecutivo Ue, "è improbabile che il mercato del lavoro sfugga all'impatto della fiacca ('sluggish', ndr) attività economica, com'è indicato dalle deboli ('subdued', ndr) aspettative di occupazione delle imprese". La Commissione prevede, inoltre, che "la crescita dell'occupazione si fermerà nel 2019". Mentre la spesa pubblica in Italia "è destinata ad aumentare significativamente a seguito dell'introduzione del reddito della cittadinanza e di diverse disposizioni in merito alle pensioni, compreso il nuovo regime di prepensionamento (ovvero 'Quota 100', ndr)", anche se "alcuni risparmi sono attesi da una nuova 'spending review'". Lo afferma la Commissione europea nelle sue Previsioni economiche di primavera pubblicate oggi a Bruxelles.

Più in generale, secondo la Commissione, "nel 2019, il disavanzo delle amministrazioni pubbliche è previsto in aumento, al 2,5% del Pil (rispetto al 2,1% del 2018, ndr) principalmente a causa del rallentamento della crescita economica". L'Esecutivo Ue prevede "che il debole sviluppo del mercato del lavoro ridurrà sostanzialmente i ricavi dalle imposte dirette, che subiranno anche un diminuzione dovuta all'impatto differito di misure fiscali passate. Questi sviluppi saranno solo parzialmente compensati da diverse modifiche al regime fiscale introdotte con la legge di bilancio 2019, che dovrebbero fornire un sostegno temporaneo per le entrate". Le proiezioni della Commissione "assumono anche un taglio della spesa pubblica di circa lo 0,1% del Pil a causa della clausola di salvaguardia prevista dalla legge per il bilancio 2019".

(askanews)


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