Politica, il centrodestra dice si alla presidenza della Camera al M5s

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GovernoItaliano3ROMA, 22 mar. – Per la nuova legislatura il centrodestra si presenterà unito confermando che si può anche concedere la presidenza della Camera al M5s, ma ribadendo che il numero uno di palazzo Madama dovrà essere scelto dalla coalizione più votata.

Il "percorso" istituzionale in vista della scadenza di venerdì, viene messo nero su bianco in un comunicato congiunto, al termine del vertice dei tre leader a palazzo Grazioli. Matteo Salvini, Giorgia Meloni e Silvio Berlusconi fissano così i paletti della trattativa con i grillini e lo fanno mantenendo una posizione comune che serve a fugare i dubbi su strategie 'in solitaria'. Almeno per quanto riguarda l'effetto mediatico, perché in realtà tra gli uni e gli altri si mantiene una profonda diffidenza.

I racconti del dopo vertice, riferiscono che Forza Italia ha ottenuto il diritto di indicare il candidato per palazzo Madama. Il nome che resta sul campo, su cui gli azzurri hanno fatto quadrato in un pre vertice con Berlusconi, è quello di Paolo Romani. Sul quale, però, pesa il veto del Movimento5stelle che ribadisce il proprio no a condannati a indagati, mentre l'attuale capogruppo al Senato è interessato da una indagine per peculato. In alternativa, si fanno i nomi di Anna Maria Bernini e Elisabetta Alberti Casellati.

Allo stesso tempo, spiegano, Salvini avrebbe incassato da una parte la candidatura di Massimiliano Fedriga per il Friuli Venezia Giulia (al posto dell'azzurro Tondo) e dall'altro avrebbe rivendicato il ruolo di candidato premier del centrodestra, spiegando di avere intenzione di giocarsi seriamente la partita per palazzo Chigi.

I leader del centrodestra lanciano anche l'ipotesi di un incontro con tutte le forze politiche per fissare i nomi, ma il Pd si chiama fuori. Intanto Salvini annuncia che già in giornata farà giro di telefonate con i capi degli altri partiti.

Dentro Forza Italia, tuttavia, è l'ora dei sospetti. Resta il timore che quella della Lega sia solo tattica, che in realtà abbiano appoggiato Romani ben sapendo che non supererà il check dei grillini. D'altra parte, lo stesso numero uno del Carroccio, ammette: "Devono esserci nomi e cognomi condivisi da tutti e penso che ogni partito" possa avere dei veti.

(askanews)


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