Brexit, Boris Johnson contro Corbyn: 'Non vuole il voto'

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JohnsonBoris3LONDRA, 7 set. – Il premier britannico Boris Johnson si prepara ad attaccare il capo del partito laburista Jeremy Corbyn accusandolo di "insultare vigliaccamente la democrazia" per non aver acconsentito subito al suo progetto di andare a votare a metà ottobre.

In settimana Johnson nell'aula dei Comuni aveva accusato Corbyn di essere un "pollo alla candeggina" (ma chicken in inglese vuole dire anche vigliacco) e della "big girl's blouse" (l'equivalente di cacasotto).

In quello che fonti di Downing Street hanno definito il primo giorno della campagna elettorale, Johnson sosterrà che i leader ell'opposizione nega al popolo la possibilità di dire la sua sui progressi delle Brexit. Ieri sera il Parlamento ha bocciato la richiesta del premier di sciogliere la Camera dei Comuni per votare a metà ottobre, infliggendogli la seconda sconfitta in due giorni dopo il via libera al testo di legge per bloccare la Brexit senza accordo.

E il ministro delle finanze ombra laburista John McDonnell ai microfoni della Bbc ha frenato sul voto, dicendo che il partito vuole prima sgomberare dal campo l'eventualità di un divorzio traumatico dalla Ue il prossimo 31 ottobre.

Pur riconoscendo che ci sono punti di vista diversi all'interno del partito, McDonnell ha detto che preferisce un voto "piuttosto dopo che prima". Ll governo stanotte ha fatto sapere che il testo di legge che blocca la Brexit no-deal, già apporvato ai comuni, completerà domani il suo iter alla Camera dei Lord.

Nel testo di un discorso che terrà oggi Johnson attaccherà quella che chiama "la legge della resa" che lascia il campo a altri "rinvii ed esitazioni". Secondo Downing Street la legge "essenzialmente rovescia il più grande voto democratico della nostra storia, il referendum del 2016" che sancì la Brexit.

Ma l'opposizione non vuol lasciare in mano a Johnson la possibilità di una Brexit no-deal prima di acconsentire a nuove elezioni. "Il problema ora è che al momento non abbiamo alcuna fiducia che Boris Johnson rispetto qualsivoglia impegno o accordo, questa è la verità" ha detto.

"Perciò ci stiamo consultando sull'opportunità di tenerci lunghi, piuttosto che corti". Il testo approvato ai Comuni vincola il premier a chiedere a Bruxelles il prossimo 19 ottobre un rinvio della Brexit al 31 gennaio 2020 se non avrà un accordo con i leader eueorpei al vertice del 17-18 ottobre.

(askanews)


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