Save The Children: nel mondo oltre il 60% degli studenti è discriminato

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SaveTheChildren4LONDRA, 5 feb. – Per Save The Children oltre il 60% degli studenti ha dichiarato di essere stato vittima di discriminazione e ha vissuto sulla propria pelle violenze o minacce.

Soprattutto a scuola, quasi 9 su 10 sono stati testimoni diretti di comportamenti discriminatori nei confronti dei loro amici e compagni. L'omosessualità, l'appartenenza alla comunità rom, l'obesità o il fatto di essere di colore sono le principali "etichette" per le quali le persone rischiano di essere discriminate, secondo più dell'80% degli intervistati. A queste seguono l'essere di religione islamica, l'essere povero o disabile (per il 70%).

I risultati emergono da un nuovo sondaggio diffuso alla viglia della Giornata internazionale contro le discriminazioni da Save the Children – l'Organizzazione che da 100 anni lotta per salvare i bambini a rischio e garantire loro un futuro – realizzato su più di 2.000 studenti e studentesse di scuole secondarie di secondo grado in tutta Italia. Un'indagine realizzata da SottoSopra, il Movimento Giovani per Save the Children con il sostegno dell'Invalsi.

I risultati dell'indagine ci dicono che a scuola il 61% degli studenti intervistati ha subito direttamente situazioni di discriminazione dai propri coetanei.

Tra questi, il 19% ha dichiarato di essere stato emarginato ed escluso dal gruppo, mentre il 17% è stato vittima di brutte voci messe in giro sul proprio conto, il 16% deriso e 1 su 10 ha subito furti, minacce o pestaggi. Tra chi ha subito discriminazioni, il 32% ha scelto di rivolgersi ai genitori, un altro 32% ha preferito parlarne agli amici, mentre un significativo 31% non si è rivolto a nessuno.

Da sottolineare come solo 1 intervistato su 20 abbia scelto di rivolgersi agli insegnanti: un dato che assume ancor più peso se pensiamo che proprio la scuola si configura, secondo i risultati dell'indagine, come il luogo principale (45% dei casi) dove gli studenti assistono a discriminazioni nei confronti dei loro compagni di pari età, seguita dal contesto della strada (30%) e dai social (21%).

(askanews)


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