Usa, per la prima volta una donna a capo della CIA

  • Stampa

CIA2WASHINGTON, 18 mag. – Grazie al sostegno dei democratici, il Senato americano ha confermato la nomina di Gina Haspel alla guida della Cia.

La Haspel, 61enne veterana dei servizi segreti americani e fino a ieri era il numero due all'interno dell'agenzia, sarà quindi la prima donna a guidare la CIA.

I voti favorevoli sono stati 54, quelli contrari 45. All'inizio della settimana la prima conferma era arrivata dalla commissione intelligence del Senato che aveva dato il via libera al voto nell'assemblea con dieci senatori concordi e cinque contrari. Tra i democratici fondamentali per la sua elezione c'è stato Mark Warner, vice capo della commissione intelligence.

Entrata nella Cia nel 1985, Haspel negli ultimi 30 anni si è occupata di controterrorismo sia all'estero che nella sede centrale di Washington. Haspel è una figura molto controversa e la sua conferma non era scontata quando Donald Trump l'ha scelta per sostituire Mike Pompeo, andato a guidare il dipartimento di Stato: infatti dopo gli attentati dell'11 settembre ha diretto la prigione americana in Thailandia dove decine di sospetti terroristi sono stati torturati.

Nel corso della sua audizione al Senato, Haspel ha detto che la Cia "non avrebbe dovuto usare la tortura" e che mai "sarà usata sotto la sua guida". Proprio per il suo passato e per le torture nella prigione tailandese, l'European Center for Constitutional and Human Rights ha chiesto a un tribunale in Germania di emettere un mandato di arresto per il ruolo di Haspel nelle torture nei confronti dei detenuti nel 2002.

Nella prigione tailandese furono detenuti Abu Zubaida e Abd al-Rahim al-Nashiri, due presunti membri di al Qaida, che furono sottoposti al waterboarding (l'annegamento controllato) e ad altre pratiche di tortura; oggi i due si trovano nel centro di detenzione di Guantanamo, voluto dal presidente George W. Bush dopo gli attentati dell'11 settembre 2001. Sarebbe poi stata Haspel a ordinare la distruzione di centinaia di video girati nel centro di detenzione in Thailandia, che testimoniavano gli abusi commessi.

(askanews)


Questo sito utilizza cookie di terze parti (leggere la pagina informativa per approfondimento). Continuando con la navigazione si accetta il loro uso. Per informazioni dettagliate sulla normativa dei cookies, leggi la nostra privacy policy.

Accetto i cookies per questo sito.

EU Cookie Directive Module Information